Masaru Emoto e la Memoria dell’Acqua

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Masaru EmotoMasaru Emoto e la Memoria dell’Acqua – Articolo di Andrea Giuliano Necchi – Inventore Quantico

Non importa se sai che cosa è la Memoria dell’acqua oppure no, quello che ti racconterò sarà sconvolgente, promesso!

Ecco il programma di viaggio:

  • ti spiegherò sinteticamente che cos’è la Memoria dell’Acqua
  • da questa base di comprensione ti racconterò un fatto sconvolgente… che a me ha cambiato la vita

Se sto esagerando oppure no, lo capirai proseguendo nella lettura, ma vorrei che tu credessi a priori che non uso superlativi così forti a sproposito.

Se poi sconvolgerà anche te, lo scoprirai direttamente fra poco.

Allora cominciamo, buon divertimento 🙂

Il Dr. Jacques Benveniste e la sua scoperta

Jacques BenvenisteLa storia inizia negli anni ‘80 e vede protagonista il Dr. Jacques Benveniste, il più noto immunologo francese, un potenziale candidato al Nobel per le sue ricerche sui meccanismi dell’allergia.

Un giorno una sua collaboratrice fa un errore grossolano sui rapporti di diluizione di un agente allergizzante e sul momento non se ne accorge, ma quando viene messo a contatto con le cellule si verifica un rilascio di istamina, che non avrebbe dovuto esserci vista l’estrema diluizione in acqua.

Chi soffre di allergia conosce molto bene questo meccanismo, infatti la maggior parte dei farmaci sintomatici che funzionano e danno sollievo alle crisi allergiche sono gli antistaminici (crisi più gravi richiedono il cortisone, ma per le “classiche” allergie stagionali sarebbe eccessivo).

Memoria dell’Acqua: le sue imprevedibili conseguenze

Torniamo a Jacques Benveniste, che dopo avere rimproverato l’assistente maldestra e provato e riprovato a verificare se quello che era successo fosse vero, comincia ad intuire la portata di quello che incidentalmente ha scoperto, e insieme all’eccitazione della scoperta comincia a sentirsi molto preoccupato.

Non solo ci sono solide basi per dimostrare scientificamente l’Omeopatia, ma anche le premesse per dover riscrivere da capo la Chimica, la Fisica e l’intero Cosmo!

Non sto scherzando, così come non scherzarono tutti quelli che si scagliarono su Jacques Benveniste, e lo fecero fuori dal punto di vista professionale dopo la pubblicazione della sua ricerca su Nature, una prestigiosa rivista scientifica.

I suoi risultati furono confermati da diversi laboratori in giro per il mondo – Canada, Italia, Israele e Francia – ma le controversie e il rumore sulla vicenda rovinarono la reputazione di Jacques Benveniste che si ritirò dalla posizione che aveva in un importante istituto francese (INSERM) equivalente al nostro CNR (Centro Nazionale Ricerche) e morì pochi anni dopo a 69 anni.

Masaru Emoto NON ha inventato il termine ‘Memoria dell’Acqua‘!

Il termineMemoria dell’Acqua’ fu coniato da un giornalista che scrisse di queste controverse vicende, e quindi non è stato inventato dal Dr. Masaru Emoto (scopri qui chi è su wikipedia) come pensano i più, e neppure dal Dr. Benveniste.

Questo giornalista inventò una definizione in grado di stimolare la fantasia delle persone e di essere facilmente ricordato.

L’acqua si ricorda delle cose… chissà come fa, e poi cosa si ricorderà mai?

Il Dr. Masaru Emoto e la Memoria dell’Acqua

masaru emotoDopo te lo dirò… intanto proseguiamo con le vicende del Dr. Masaru Emoto, che a metà degli anni ‘90 venne a conoscenza di queste ricerche e dei cluster dell’acqua, che – detto semplicemente – sono delle strutture composte da molecole e atomi, aggregate secondo forme e criteri particolari, un po’ come succede per i segnali sui supporti magnetici, come lo sono per esempio i dischi dei computer, le audiocassette e le videocassette.

Non ci serve sapere altro, sennò dovremmo addentrarci in modi, termini ed espressioni tipiche degli articoli scientifici, e vorrei risparmiarteli, me li sono già sorbiti io 🙂

Quale è allora il merito del Dr. Masaru Emoto?

Non ha un solo merito, ne ha due, tutti e due molto importanti.

1) Il primo merito è quello di avere trovato un modo per far vedere chiaramente le differenze tra un’acqua “vitale e sana” rispetto ad un’acqua “morta” o in qualche modo non positiva per il consumo. Fra poco spiego meglio questa definizione un po’ sui generis.

2) Il secondo merito è quello di avere scoperto e verificato che l’acqua è in grado di registrare una vasta gamma di impulsi esterni, come per esempio le emozioni, le intenzioni, ma anche la musica – quest’ultima nel senso di qualità armoniche o disarmoniche, l’acqua non è propriamente un Mp3 😉

Avrai già capito che il suo primo merito è quello che ha prodotto una serie di spettacolari immagini di cristalli di acqua ghiacciata, e che mostrano in modo evidente le qualità armoniche o disarmoniche degli impulsi a cui è stata sottoposta.

Se l’impulso è amore il cristallo è bellissimo, se è odio allora è informe o comunque brutto.

“Onde di Forma”

L’impulso può avere tanti modi per essere espresso, compreso quello di scrivere la parola “amore” con il pennarello, ma io sono personalmente convinto che il vero impulso parta sempre dal cuore e non dalla scritta fatta a mano o stampata!

Sul potere delle rappresentazioni grafiche – come le scritte e i simboli – potrei introdurre un argomento molto interessante che però ci farebbe fare una divagazione molto lunga, quindi ne faccio cenno e mi scuso per non poterci dedicare lo spazio che meriterebbe: le onde di forma.

L’uso di simboli non è un retaggio del passato, anzi, oggi più che mai il simbolo è in grado di farsi notare e ricordare in una società in cui c’è sovrabbondanza di comunicazione.

Se invece di pensare al simbolo della croce, che da popolo con forte connotazione cristiana e cattolica conosciamo bene, provi a pensare ai marchi e ai loghi, allora diventa più chiaro quale sia il loro potere, pensa anche quanto è stato investito per la loro realizzazione e divulgazione, non solo denaro, ma anche ingegno e pensiero, anche esoterico.

In poche parole i simboli, le forme quindi, sono in grado di produrre una differenza, un cambiamento nella realtà intorno.

A questo penso quando dico che non è la scritta con il pennarello a fare una differenza, perché la parola “grazie” o “amore” è diversa in ogni lingua, e quindi non è la grafica della parola ad esercitare un’influenza sull’acqua contenuta nella bottiglia.

È sempre l’intenzione cosciente e focalizzata che agisce sull’acqua.

Effetti della Memoria dell’Acqua

Quindi cosa significa per te e per me, che siamo lontani dalla realtà dei laboratori sperimentali, questa vicenda della Memoria dell’Acqua?

Che effetto pratico ha sulla nostra vita di tutti i giorni?

Per spiegare meglio le conseguenze decisive di questo fatto che è rimasto a lungo confinato nei tabulati dei laboratori scientifici, devo spiegare due fatti basilari sull’acqua.

L’acqua è importante per noi soprattutto perché la beviamo, anche se i suoi utilizzi sono numerosissimi, uno per tutti lavarci.

Ma qui consideriamo solo l’acqua da bere e iniziamo a farci qualche domanda.

Quali sono i requisiti che deve avere l’acqua per poter essere bevuta?

Semplice, che sia potabile. E cosa significa potabile?

Che se la bevo non resto intossicato o avvelenato.

Dobbiamo accontentarci, questo è il solo tipo di garanzia che ci dà la legge, tutte le analisi che vengono fatte sull’acqua, minerale o di rubinetto, servono soltanto a questo, a garantirci che non ci faccia male – riconosco che in tanti posti nel mondo non esiste neppure questa garanzia – ma ricordati che si potrebbe avere molto di più.

Ma allora come mai esistono delle acque che nella tradizione di qualsiasi popolo sono rinomate per essere acque che fanno bene?

Sì alcune acque fanno bene, e non si fermano al ‘non fanno male’ che è la regola di tutta l’acqua che beviamo.

Quale è la differenza tra un’acqua che fa bene e una che non fa male?

Come faccio a distinguerle?

Chi mi garantisce sulle differenze tra un tipo e l’altro? È scientifico?

Scientifico vuol dire che posso misurare oggettivamente – e non soggettivamente – che una caratteristica è presente oppure no…ma in questo caso, quale caratteristica?

Come dovrebbe essere l’acqua che beviamo?

Ok, non la tiro ancora lunga, anche se era necessario capire quali domande farsi per arrivare alle risposte corrette.

Mettiamo un punto fisso:

la legge ci garantisce che l’acqua che beviamo è pura (potabile) mentre l’acqua che ci fa bene deve essere sia pura che vitale.

Pura e vitale, questo è quello che ci serve per stare bene, pura soltanto non basta.

È la stessa differenza che c’è tra vivere e sopravvivere!

L’acqua pura ci permette di sopravvivere, perché senza acqua moriremmo in pochi giorni, ma non ci aiuta a stare bene, cosa che invece fanno le acque vitali.

Quali sono le acque vitali?

Quelle che sono pure – senza sostanze inquinanti – e a contatto con la natura.

Ci sono diversi livelli di energia vitale contenuta nell’acqua di una sorgente, variano a seconda del tipo di sorgente – Lourdes è una sorgente particolarmente vitale – ma sono tutte acque vive.

Prendiamo una qualsiasi acqua di quel tipo e la imbottigliamo, oppure la trasportiamo attraverso un acquedotto, e quindi in entrambi i casi la sottoponiamo ad una serie di inquinamenti energetici ma anche fisici.

Di che tipo?

Aggiungendo sostanze chimiche come il cloro e l’ipoclorito di sodio, sono usati nell’acquedotto principalmente per disinfettare e per ridurre la corrosione dei tubi rendendo l’acqua meno acida – cioè alzando il Ph.

Sempre nell’acquedotto sono fattori inquinanti il tipo di percorso che fa l’acqua, e il movimento che deve fare per lunghi tratti rettilinei o con curve innaturali a 90 gradi, oppure scorrere adiacente a tubi delle fognature…

Masaru Emoto La memoria dell'Acqua

L’inquinamento energetico nelle bottiglie, che toglie vita all’acqua, è dato:

  • dalla plastica delle bottiglie stesse, dal trasporto con i camion,
  • dalla permanenza in squallidi magazzini a contatto con emozioni negative di magazzinieri magari svogliati o demotivati,
  • e anche dalla permanenza dei pacchi di bottiglie di plastica in piazzali sotto al sole (pratica vietata anche dalla legge)

Memoria dell’Acqua: le sue imprevedibili conseguenze

Torniamo alla Memoria dell’Acqua, quella che sembrava una deviazione poco pertinente ora troverà un senso ed una spiegazione.

Se io misuro in laboratorio la vitalità dell’acqua alla fonte, la trovo:

  • che sia il test di cristallizzazione ideato dal Dr. Emoto,
  • oppure l’emissione di biofotoni dalle piante bagnate con acqua pura e vitale,
  • oppure i risultati  dell’accrescimento delle piante innaffiate con acqua viva a confronto di quelle bagnate con acqua morta.

Fidati, le prove di laboratorio ci sono, e dicono senza dubbio se l’acqua è vitale oppure… se è morta e inquinata energeticamente!

L’acqua della sorgente, pura e vitale, quando viene imbottigliata e arriva sulla nostra tavola non è più vitale!

Questo è quello che il Dr. Emoto riesce a mostrare in modo semplice e comprensibile a chiunque.

Quindi se vuoi che l’acqua ti faccia bene, cosa che dovrebbe essere un diritto per chiunque, devi bere acqua pura e vitale, mentre se è solo pura… si tira a campare, e se è inquinata energeticamente allora senza dubbi fa male!

Sono categorico, ho studiato troppo l’argomento per non poterlo affermare con assoluta sicurezza.

Ma fin qui niente di particolare, sono cose che i nostri avi sapevano, magari non tutti, ma io ricordo ancora una vacanza nell’estate del 1986 in Corsica, a Corte parlavo con una donna anziana, in italiano come fanno ancora i vecchi Corsi, e mi diceva che lei non beveva mai “l’acqua morta” delle bottiglie, fa male, meglio l’acqua di qualsiasi rubinetto piuttosto che quella di bottiglia, “ma quella di sorgente” – mi diceva – “quella si che fa bene!”

Ora proseguiamo, e andiamo oltre alla Memoria dell’Acqua, al punto clou di questa storia, quella che non vedevo l’ora di condividere con te, e che ti ha fatto sopportare tutto quello che ti ho raccontato finora 😉

La sconvolgente scoperta del Dr. Luc Montagnier

Luc MontagnierArriviamo allora al Dr. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina nel 2008 grazie alle sue ricerche su virus e batteri… di questi lui è sicuramente un grande esperto.

Partendo dalle ricerche del Dr. Benveniste ha creato un collegamento interdisciplinare davvero particolare, ha messo insieme la Medicina e la Fisica Nucleare.

Si è avvalso della collaborazione e degli studi dei migliori nomi disponibili, e con piacere posso dire che questi professori sono italiani e sono riconosciuti a livello internazionale:

  • Giuliano Preparata,
  • Emilio Del Giudice
  • Giuseppe Vitiello

Grandi ricercatori che hanno osato esplorare strade nuove e difficili, ottenendo risultati di rilievo a livello mondiale.

Eccoci al punto, fai attenzione, a me in prima battuta erano sfuggite le implicazioni straordinarie di quello che ha fatto il Dr. Luc Montagnier.

Ha preso del DNA batterico, l’ha messo in acqua e poi ha iniziato a fare due cose: l’ha diluito in fasi successive come si fa con i prodotti omeopatici e contemporaneamente misurava l’emissione elettromagnetica del DNA, di cui è stata scoperta l’esistenza in tempi recenti.

Ha scoperto che più aumentava la diluizione, più aumentava l’intensità di questo segnale, fino al punto in cui il segnale era intenso abbastanza da poter essere registrato su un supporto digitale (hard disk o scheda di memoria!) mentre la diluizione del DNA era tale da far escludere che potesse essercene anche solo una molecola.

Ripeto per essere sicuro che il messaggio sia passato:

diluisce il DNA in acqua, 

il segnale emesso dal DNA aumenta man mano che viene diluito,

fino al punto che alla maggiore intensità corrisponde

l’assenza del DNA dalla soluzione acquosa.

Il segnale del DNA viene registrato su un supporto magnetico.

Ora, in un laboratorio distante centinaia di chilometri, i ricercatori hanno preparato un contenitore con acqua pura e tutti i componenti che formano qualsiasi DNA, quindi adenina, timina, citosina e guanina più dei catalizzatori ed altre sostanze secondarie.

Credo starai intuendo cosa è successo, ma se fai fatica a credere che possa essere vero allora te lo dico a chiare lettere: il segnale registrato viene spedito via internet e trasmesso al contenitore che avevano preparato.

A centinaia o migliaia di chilometri di distanza, la cosa non cambierebbe anche se fossero su Marte.

Sì, dopo circa 20 ore appare lo stesso identico DNA che aveva emesso il segnale di partenza!

Conclusioni? Parola al Dr. Francis Crick e la “panspermia diretta”

Finisco qui, aggiungo due riflessioni che vorrei ne innescassero altre dentro di te.

La prima è di carattere mitologico e archetipico: l’acqua è femminile e creatrice, in tutte le culture è sempre stata rappresentata come la culla della vita, infatti il feto umano si sviluppa nel liquido amniotico che fondamentalmente è acqua, mentre il sole e i suoi raggi sono maschili e dispensatori di vita.

Tutte le culture affermano questo, anche la nostra religione Cattolica pur con metafore diverse… pensa a come è intrigante l’Annunciazione se rivista in questa ottica 😉

E dall’altro lato tiro giù un altro pezzo da novanta… il Premio Nobel per la Medicina nel 1962 Dr. Francis Crick, quello che ha scoperto (insieme ad altri) la struttura a doppia elica del DNA – e come l’ha scoperta è un’altra storia interessante.

Di lui si può dire senza dubbio che sia un esperto di DNA 🙂

Bene, Crick proseguì con i suoi studi per molti anni e arrivò ad una conclusione: escluse che il DNA si fosse formato sulla Terra, doveva arrivare dallo spazio o comunque era stato studiato altrove – la teoria si chiama “panspermia diretta”.

Secondo lui, che era anche un ottimo matematico, la statistica impediva che il DNA si fosse formato in seguito ad alcune collisioni casuali di molecole nel cosiddetto brodo primordiale.

E lo volle ribadire in modo che le sue parole non potessero essere fraintese, fece un’affermazione impressionante:

“Che quella faccenda complicata e complessa che è una cellula sia nata spontaneamente e per caso sulla Terra hala stessa probabilità che un tornado, passando su un deposito di rottami, ne tiri fuori un Boeing 747 perfettamente funzionante.”

Per ora basta così, questa volta non ti parlerò del 97% del DNA considerato spazzatura, chiamarlo così è stato un altro segno di arroganza, quando invece… 😀

L’energia è alla base del mondo, non una sua conseguenza, infatti “non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.

Alla prossima…
…alla tua Salute!

Andrea Giuliano Necchi

[Masaru Emoto e la Memoria dell’Acqua – Articolo di Andrea Giuliano Necchi – Inventore Quantico]

PS
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